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Episodio 4:

Con questa fanfic intendo narrare di eventi SPOILER, che diano per scontata una conoscenza dei capitoli successivi all’isola degli uomini pesce, seppur sia ambientata subito dopo essa.

Quando Franky notò le navi del governo mondiale avvicinarsi minacciose alla Thousand Sunny, pensò bene di prepararsi a difenderla.
Nessuno può toccare la mia nave! Ritenne fiducioso.
Ma accadde qualcosa che non si sarebbe aspettato. Al posto di una palla di cannone, venne sparato qualcosa della medesima forma, ma di colore biancastro, e vivo. Una faccia. Un volto che il robot ricordava.
“Ma tu sei..” fece con stupore, mentre dietro il tal volto in avvicinamento, seguivano a ruota tante altre sfere della medesima dimensione.
Erano pezzi dello stesso corpo. Pezzi sferici e vivi.
“Sono il viceammiraglio Verygood! Ti ricordi di me, Cutty Flam?? Appena ho saputo della presenza della ciurma di cappello di paglia a Danger Island ho voluto cogliere l’occasione per vendicarmi! Io, col mio potente frutto Berry Berry, sono stato messo fuori gioco da uno stupido robot e uno spadaccino!!”.
Era successo due anni prima, durante il Buster Call a Enies Lobby.
Duecento marine di grado uguale o superiore a capitano di vascello si erano presi la briga di scendere in prima linea per cercare di ricatturare l’evasa Nico Robin, mentre ancora Rob Lucci della cp9 stava combattendo una sanguinosa ed estenuante battaglia contro Rufy.
Era in quell’occasione che Franky si era battuto con Verygood, un uomo capace di rendere il proprio corpo fatto di tante sfere, a quel tempo semplice capitano, e l’aveva battuto.
“Così sei qui per vendicarti! Mi dispiace, ma non posso proprio lasciarti toccare questa nave!” gridò il robot, pronto a colpire con un weapons left dal braccio sinistro.
Ma combattere un viceammiraglio non è certo una passeggiata; Verygood aveva evidentemente fatto progressi, tanto da poter essere in grado di suddividere se stesso in sfere fin troppo piccole e in enormi quantità per poter essere fermato.
D’istinto, Franky cercò il modo di toglierselo di torno dando manate all’aria, ma il viceammiraglio, non intenzionato a fermarsi, scelse di colpire duro: d’improvviso, la sua velocità quintuplicò.
Come proiettili, i colpi delle mille sfere si riversarono sul robot, che dunque ora si trovò ad essere in una situazione non proprio gradevole…

Black Town, centro

“Avete sentito di Rufy cappello di paglia?? Pare sia scomparso, dopo aver incontrato Jidr Heim sulla sua strada..” mormorava la gente sottovoce, mentre osservava Nami e Robin passeggiare con disinvoltura nel centro con alcune buste di spesa sottomano.
“Pare che Rufy e Zoro ne abbiano combinata qualcun’altra delle loro…” commentò Robin, mentre col suo potere creava un orecchio che indisturbato si avvicinava meglio al vociare, per rendersi conto dell’accaduto.
“Fortuna che mi sono raccomandata….” disse Nami di rimando “Grrr appena li rivedo li distruggo….”.
“Shhh…”.
Di colpo, Robin si fece seria. Quello che stava sentendo attirò particolarmente la sua attenzione.
“Pare che Kira Nowa sia su quest’isola” disse poi a Nami, ripetendole ciò che aveva appena scoperto.
“Kira Nowa? Chi sarebbe?”.
“E’ un pirata molto temuto nel Nuovo Mondo. Famoso per essere un pirata solitario, si è sempre vantato di non aver bisogno di una ciurma. Ed ha una taglia da paura. Ma a quanto pare.. da un po’ di tempo a questa parte.. sta reclutando uomini.. ed ha fatto rotta su Danger Island, una tappa obbligatoria per il viaggio dei pirati”.
Nami ci rifletté un po’ su “Perché mai un pirata solitario dovrebbe reclutare una ciurma? Uff.. spero di non incontrarlo sul mio cammino.. a proposito, a quanto ammonta la sua taglia?”.
“A ottocentocinquanta milioni. Vale più di tutti noi messi insieme”.
A tali parole gli occhi di Nami brillarono; Non di paura, ma di gioia “Spero tanto di incontrarlo e poterne intascare la taglia!!!!!!”.
“Ma noi siamo pirati, non cacciatori…”.
Inutile parlare di Nami con razionalità, quando c’è in ballo il denaro. Ben sapendo questa regola, Robin lasciò perdere, e si limitò ad indicare il monte High West “Se ti interessa, lo troverai lassù”.
“Uh? Che posto è?”.
“L’unico altro modo oltre la knock up stream per salire all’isola nel cielo”.

Black Town, sobborghi

Si chiamava la Locanda Bianca.
Vi si radunavano molto spesso bande di pirati per rifornire le proprie bottiglie di alcolici prima di ricominciare un nuovo viaggio; Ma ultimamente era anche sede di un certo gruppo di pirati, e lì Rufy e Zoro vennero condotti con una certa fretta.
Entrati attraverso uno stretto vicolo nella locanda, si procedeva lungo una scalinata verso il basso, e si attraversava una botola.
Una volta a destinazione, si raggiungeva la Sala Pirati, nascosta ovviamente alla superficie per questioni di sicurezza; Si diceva che il proprietario fosse un vecchio ex pirata, e che avesse molto a cuore l’idea di fornire sakè alle nuove generazioni.
Ma oltre la sala pirati, Jaws condusse Rufy e Zoro all’interno di un piccolo antro scuro, e lì li fece accomodare.
Una stanza piuttosto spoglia, adibita con un paio di piccoli tavoli e sedie malridotte. Ma più che sufficiente.
“Jaws, ora che siamo qui mi dici cosa sta succedendo?” domandò Rufy, piuttosto irritato al ricordo dell’individuo che li aveva provocati qualche minuto prima in centro, ricordando poi la naturalezza e sicurezza dimostrata da Jidr nell’affrontare Zoro.
“C’è che siete dei pazzi a finire su quest’isola! Chi è il vostro navigatore?!” fu la prima risposta dell’ex comandante di Barbabianca.
“La navigatrice è Nami, ma ho scelto io di approdare qui, c’è qualche problema?!”.
“Rufy cappello di paglia, ti credevo più intelligente! Vuoi che i tuoi amici ci rimettano la pelle??”.
Jaws sapeva quanto Rufy fosse attaccato alle amicizie. L’aveva visto con Ace, a Marineford. Aveva visto la sua reazione alla sua scomparsa. Conosceva il suo buon cuore, e quello che aveva passato.
“Ora ascoltatemi bene. Quest’isola è attualmente sotto il controllo di Kira Nowa, un pirata che valeva fino a poche ore fa 750 milioni, e la cui taglia è già aumentata. E’ un pazzo assassino, e mira a diventare imperatore. Dopo la morte di nostro padre, la nostra ciurma si è divisa, ma io, Marco e pochi altri abbiamo deciso di difenderne l’onore anche dopo la sua morte. Così siamo venuti su quest’isola, a raccogliere informazioni. Devi ascoltarmi, Rufy. Tu e la tua ciurma dovete abbandonare quest’isola. Quel Kira sta reclutando una ciurma, ma i suoi ideali di pirateria sono molto diversi dai tuoi, e dai miei! Per lui, chi non è degno della sua ciurma va ucciso! Preferisce stroncare la concorrenza piuttosto che correre verso il grande tesoro. E voi sareste delle prede perfette. Credimi, non devi sottovalutarlo. Non so di che poteri sia dotato, ma so che vale la sua taglia. Perciò andatevene, proseguite il vostro viaggio ma state lontani da lui!”.
Il volto di Diamond Jaws era visibilmente preoccupato. Rufy e Zoro avevano ascoltato attentamente ciò che aveva da dire, e fu Zoro per primo a rispondere “E tu ci hai portati qui solo per questo?”.
A seguire, Rufy fece un paio di passi avvicinandosi a Jaws, sulla soglia della stanza “Ti ringrazio per averci messi in guardia. Ma io non scapperò”.
“Rufy cappello di paglia! Non dire idiozie, non è un gioco! So bene che negli ultimi due anni hai fatto di tutto per migliorarti, so che ti sei allenato con Silver Rayleigh! Ma questo non è sufficiente! Quest’isola pullula di pirati che farebbero qualsiasi cosa per unirsi a Kira, compreso vendergli altri pirati catturati più deboli per permettergli di intascarne la taglia! E in questo momento, tutti i tuoi compagni potrebbero essere facili prede!”.
“I miei compagni sanno come difendersi. Non capisci?! Se questo Kira è così forte come dici, allora non posso lasciarmelo alle spalle! Se è così spietato, se è così pazzo, l’unica cosa che posso fare è andare avanti, e affrontarlo! Non sarò mai un re dei pirati, se scapperò di fronte alle difficoltà!!”.
A tali parole, Jaws ebbe un fremito. Aveva sottovalutato quel ragazzino, ancora una volta come due anni prima. In fin dei conti aveva ragione, ed il suo ragionamento non faceva una piega.
Anche Zoro fu soddisfatto in quell’occasione del proprio capitano, tanto che sorrise nel vederlo così determinato.
Era contento di sapere che il sogno del suo amico era ancora fortemente insito in lui; Che la fiamma di Ace ardeva ancora nel suo cuore. E non poteva che fargli piacere combattere sotto il suo comando…

Black Town, zona portuale

Il corpo di Sanji giaceva fumante a terra a fianco di Brooke.
Qualcuno fece un passo verso i due, con disinvoltura.
“E siamo a due. Portateli al castello di Kira Nowa. Non lascerò che nessuno della ciurma di cappello di paglia sopravviva…” disse costui con aria agghiacciante, rivolto ai suoi piccoli sottoposti.
Per celebrare l’inizio della sua tanto attesa vendetta, l’uomo sollevò lo scettro dorato al cielo, e d’improvviso le nubi si squarciarono, e un devastante fulmine ricadde su di lui, come attirato dal suo volere.
La gente impietrita finalmente si decise a scappare.
“Ahahahah! Bravi! Scappate, umani! Scappate dove volete!! Ma nessun luogo sarà in grado di nascondervi a me!!!”.
Un lungo e vistoso anello sulla schiena incastonato in quattro tamburi… delle lunghe orecchie inusuali… una carnagione chiara, uno scettro e una cuffia bianca a coprire i suoi biondi capelli…
Un uomo che in due anni si era fatto un nome nel mare blu.. un uomo proveniente da un luogo molto lontano, oltre i cieli, oltre la notte stellata; Il suo nome… Ener, possessore del frutto rombo rombo, arruolato da un po’ di tempo nella ciurma di Kira, con una taglia da 420 milioni…

Danger Island, pendici High West

“Si può sapere cosa volete da noi??” gridava Usop, ferito.
Chopper a malapena si reggeva in piedi.
Erano stati attaccati, colti di sorpresa da due individui misteriosi mentre passeggiavano nel bosco sottostante l’High West; Uno, un tipo alto, biondo, muscoloso, l’altro moro, mingherlino ma incredibilmente abile nelle rokushiki.
“Il capitano ci ha dato l’ordine di catturarvi tutti, ed è quello che faremo! Usop il cecchino, detto Sogeking! E Tony Tony Chopper, il cucciolo mangia zucchero filato! Voi due verrete con noi!” gridò il tipo smilzo, prima di gridare “Soru!” e scomparire dal loro campo visivo.
Avevano entrambi dei poteri, ormai si era capito.
Quando difatti costui ricomparve alle spalle di Usop, dalla sua mano scaturì una sottospecie di piccola sfera trasparente che, anziché al cecchino, mirò alla renna, inglobandone all’interno il suo muso.
E d’improvviso, Chopper prese ad agitarsi e spaventarsi “Usoooooooop! Non respiro!!!!!”.
Quando Usop si voltò verso l’amico, scoprì che l’agile combattente l’aveva già condotto distante grazie al suo formidabile Soru “Chopper!!!!!”.
A quel punto, fu il momento del muscoloso biondo di agire “Ben fatto fratello! Questo insetto lascialo a me!”.
Tutto quello che poté fare Usop fu tentare di reagire per poter salvare Chopper nel modo più tempestivo possibile, che ancora si dimenava gridando con terrore di non riuscire più a respirare.
Mentre il corpo della renna ansimava e la vista del povero animale andava offuscandosi, Usop lanciò una cometa infuocata contro il biondo, ma questi fu capace di schivare il colpo e di reagire colpendo col suo speciale potere.
“Non l’hai ancora capito?! Voi due non potete nulla contro i fratelli Zara! Il mio potere della gravità donatomi dal frutto Grave Grave (Juryoku Juryoku no mi) e il potere del frutto Aria Aria (Sanso Sanso no mi) di mio fratello minore vi distruggeranno! Vi converrebbe arrendervi, e lasciarvi condurre dal mio capitano”.
Gravità… ossigeno… ora Usop iniziava a capire.
Il colpo con cui era stato attaccato all’inizio dell’imboscata era sicuramente frutto di una potente gravità: improvvisamente si era sentito pesante, ed era finito schiacciato a terra.
Ma cosa ben peggiore, quella sfera anti-ossigeno avrebbe finito di quel passo per uccidere Chopper.
“Maledizione… se non intervengo subito, Chopper…”.
“So che stai pensando. Sei preoccupato per il tuo amico..” gli fece il fratello minore dei Zara “Non temere, non lo ucciderò. Non appena sarà svenuto, farò in modo che possa nuovamente respirare”.
“Maledetto…”.
Usop si sentiva in balia dei nemici. Non c’era verso di contrastarli, e per qualche strano motivo nessuno dei suoi compagni dotati di lumacofono (Franky, Sanji e Rufy) gli stavano rispondendo.
Era solo.
“E va bene… preparati, uomo della gravità! Ti dimostrerò che non ho più bisogno di essere protetto dai miei amici!”. Prese a correre in direzione del fratello maggiore, ed estratto qualcosa che finora aveva tenuto nascosto nella sua tracolla, gridò “Impact!!!”.
L’impact dial.
L’aveva utilizzato in rare occasioni, ma sacrificare del dolore al braccio per aver salva la pelle era il minimo che potesse fare.
Effettivamente, il colpo andò a segno e produsse un certo effetto sul biondo, tanto da fargli sputare del sangue. Ma era troppo presto per cantar vittoria.
“Tu credi di essere furbo… ma così facendo, non fai altro che peggiorare la tua situazione!!”.
Fu in quel momento che, spalancate entrambe le braccia e i polsi delle mani, l’uomo esclamò “Dimensione gravitazionale ON! Cospargi il suo corpo del tuo solenne potereeeeee!!!”.
A seguire, una specie di macigno invisibile cadde sul povero cecchino, una forza veramente incontrastabile, che lo costrinse a piegarsi a terra, nel dolore.
“Ahahah! Eccoti presentata una gravità 20 volte superiore al normale! Ed ora…”.
La mano del biondo indicò una certa pianta non molto lontana, e grazie al suo potere di modificare la gravità, fu in grado di sollevarla, sradicandola da terra, dopodiché la lanciò su Usop ormai inerme…

High West, 7000 mt.

Quando il lumacofono squillò, fu Rebecca a rispondere per Kira.
Il grande pirata stava al momento riposando, prima di continuare con le sue spietate selezioni in ciurma.
“Molto bene. Con quei due siamo già a quattro. Portateli al castello, ora” ordinò, chiudendo la conversazione.
“Dovrò avvisare Kira Nowa della presenza della marina e dell’ex ciurma di Barbabianca a Danger Island al più presto… il nostro progetto è troppo importante per avere bastoni nelle ruote, specialmente da dei concorrenti rivali… sarà meglio sradicare il problema…dalla radice…”.
Nel mentre che era assorta nei suoi pensieri, ecco che a distoglierla sopraggiunse Jidr Heim, di ritorno dal suo sopralluogo in città “Allora, abbiamo nuove reclute?” domandò, con un finto interesse, mentre posava la sua spada accanto ad una colonna e vi si adagiava accanto a riposare.
“No, questi pirati sono troppo deboli”.
“Umpf.. secondo me siete troppo selettivi… siate più elastici, sono pochi i pirati veramente potenti… ad ogni modo, credo che nella ciurma di Cappello di Paglia non siano tutti inesperti… anche se con una bassa taglia, quel Roronoa Zoro mi ha dato molto da pensare… E’ un ottimo spadaccino, in effetti”.
“Uh? Che c’è, Jidr? Hai trovato finalmente qualcuno alla tua altezza?”.
“Non dire sciocchezze. Semplicemente, mi domando fino a che punto possa spingersi un individuo del genere… considerato poi il capitano che si ritrova…”.
“Ti riferisci all’Haki del re?”.
“Mi riferisco alle sue amicizie. Quel cappello di paglia oggi è stato difeso da Diamonds Jaws in persona…”.
La discussione dei due fu bruscamente interrotta dall’irrompere di pesanti passi che preannunciavano l’arrivo del capitano Kira “Dimmi Jidr. Raccontami di questo cappello di paglia, di cui i miei uomini si stanno già occupando…”.

Episodio 5 :

High West, 7000.mt

“Dimmi Jidr. Raccontami di questo cappello di paglia, di cui i miei uomini si stanno già occupando…”.
Era la voce del potente e temuto Kira Nowa. Al suo cospetto stavano il vicecomandante Jidr Heim, potente spadaccino con una taglia da 500 milioni, e Rebecca Azuma, utilizzatrice del prestigioso e raro frutto Water Water, da 400 milioni.
“Certamente, capitano” rispose lo spadaccino con prontezza e cercando di mantenere la calma, per poi aggiungere “Pare che sia la ciurma che cercavamo, quella commissionataci da Ener”.
“Quindi li abbiamo trovati…” ripeté il possente uomo, meditando sul da farsi.
“Quel tizio… Ener… Non mi fido di lui, pare troppo sicuro di sé. Eppure, il suo frutto rombo rombo sarà un ottimo elemento per la nostra ciurma, non possiamo lasciarcelo sfuggire”.
Poi fu Rebecca ad intervenire, cercando di farlo con garbo “Ma signore.. intende dunque sottostare alle richieste di quel folle?”.
Ad ogni modo, Kira Nowa non la prese bene.
Voltatosi verso di lei con uno scatto di rabbia, le sfiorò con un rapido gesto la guancia senza che lei ebbe il tempo per far nulla, e a tale mossa seguì un’improvvisa evaporazione di parte del corpo che la componeva, nonostante fosse fatta di un rogia.
La donna cadde rovinosamente a terra gridando dal dolore, mentre il suo corpo tentava con fatica di ricomporsi da quell’attacco devastante; E Kira parlò “Come osi parlare a me con quel tono?! Per me non fa differenza se sei una donna, dunque porta rispetto! Io non mi piego a nessuno. Distruggere la ciurma di cappello di paglia è un baratto, in cambio del quale avremo un nuovo membro rogiato nella nostra ciurma!”.
Detto ciò, scrollò il proprio braccio per aria spargendo le gocce provenienti dal corpo appena infranto di Rebecca, dopodiché tornò a rivolgersi con infinita serietà al secondo spadaccino più forte del mondo “Avanti, Jidr. Dimmi tutto su questa maledetta ciurma!”.

Danger Island, Thousand Sunny

Franky riposava stanco morto all’angolo di poppa della nave, dopo esser riuscito a sbaragliare la marina e aver imbavagliato il viceammiraglio Verygood, che ancora, legato come un salame ai suoi piedi, si agitava e imprecava dietro il bavaglio.
“Insomma, vuoi stare zitto?! Sto cercando di riprendere fiato!” ribatteva il robot, comunque soddisfatto d’esser riuscito a proteggere la nave.
Certo, aveva subito alcuni danni, ma così leggeri che non sarebbe stato un problema rimettere tutto a posto.
Spero solo che i ragazzi stiano bene… ho una brutta sensazione… e ancora nessuno di loro mi ha risposto al lumacofono… pensava tra sé.
Ma ad un tratto, una difficoltà ben maggiore gli si presentò sul cammino per un confortevole pomeriggio.
A due passi dalla nave, fece infatti la sua comparsa il divino Ener, vecchia conoscenza dei mujiwara, ma non per Franky.
Lì per lì, quando lo notò a più di venti metri di distanza, il robot non vi fece molto caso; Era uno strano individuo ai suoi occhi, ma aveva stile per quei tamburi dietro la schiena, che Franky giudicò “super”.
Solo, non lo vide avvicinarsi. Di colpo, se lo ritrovò a bordo della nave, davanti ai suoi occhi, e non fu capace di spiegarselo.
Verygood ancora si agitava nelle sue strette corde, ma quando vide l’individuo da 420 milioni, subito lo riconobbe, e il suo volto si dipinse di terrore.
“E tu… chi saresti?!” gridò Franky, fin da subito in guardia, intuendo di non aver a che fare con un comune essere umano.
Ener non rispose. Dapprima infatti si guardò attorno, notando i centinaia di corpi svenuti un po’ ovunque di marines sconfitti, e posando poi gli occhi sul povero viceammiraglio.

“Questa è la nave di cappello di paglia. Tu fai parte della sua ciurma?” domandò al robot, senza mezzi termini.
“Esatto, bello! E ti consiglio di girare al largo se non vuoi….” “Molto bene. Non farò distinzione, anche se non ti ho mai visto prima” lo interruppe il supremo.
Poi, dal suo dito scaturì un’energia elettrica pazzesca, diretta sul corpo del povero uomo in mutande, senza che avesse avuto neppure il tempo di accorgersi di cosa stesse succedendo.
La scarica lo colpì in pieno, ed il cielo si rischiarò per una frazione di secondo.
“Fuori tre” concluse il pirata.
Poi il suo sguardo andò a posarsi nuovamente sul viceammiraglio imbavagliato,che ora non più tentava di liberarsi per combattere; Piuttosto, gridava terrorizzato.
Decise di non aver pietà neppure di lui.

Black Town, corso principale, 1 ora dopo

Decise a ritornare alla nave, terminate le compere, Nami e Robin camminavano ora a ritroso per il corso della città, commentando quel che avevano appreso.
“La città sembra più silenziosa rispetto a quando siamo arrivati…” mormorò Nami, osservando quanto le strade improvvisamente si fossero ridotte a un deserto.
Qualcuno li stava spiando attraverso finestre e porte sprangate, Robin se n’era accorta tramite la moltiplicazione dei suoi occhi.
“Sembra che non ci vedano di buon gusto… E pare che…”.
Si bloccò.
“Che succede, Robin?” incalzò l’altra ragazza.
“Hanno… hanno attaccato la ciurma. L’ho appena sentito… qualcuno ha detto che alcuni dei nostri sono stati…”.
“Robin, non è un bello scherzo! Cosa stai dicendo?!”.
Ma Robin non stava affatto scherzando, il suo volto era più che preoccupato “Dobbiamo subito tornare alla nave!” concluse, ansiosa.
Ma non appena le due presero a correre con gran agitazione, un individuo, proveniente dalla parte opposta, e con una spada enorme sguainata, si diresse verso di loro.
Nami e Robin si sentirono immediatamente a disagio nell’osservare quel tizio avvicinarsi, come avvertissero il pericolo sempre più vicino.
D’istinto, la ragazza dai capelli arancioni afferrò il braccio dell’amica e prese a scappare gridando nel panico “Corriiiiii!!”.

Black Town, sobborghi, Locanda Bianca

Rufy e Zoro stavano attendendo assieme a Jaws l’arrivo imminente dell’ex capitano della prima flotta di Barbabianca, Marco la fenice, di rientro da una perlustrazione.
Nell’attesa, avevano già avuto modo l’uno di rifocillarsi di carne, l’altro di bere del buon sakè.
“Quando arriverà Marco, decideremo assieme il da farsi. Fino ad allora, restate qui” aveva detto loro l’uomo di diamante.
Non c’era niente di male, ad aspettare. In effetti, a Rufy non dispiaceva affatto rincontrare Marco dopo due anni, una persona così legata sia al vecchio Barbabianca, sia ad Ace; Ed inoltre, gli doveva la vita, così come a tanti altri.
Ma qualcosa sarebbe andato storto.
Fu Zoro il primo ad accorgersene, e ad urlare con tutto il fiato in gola “State giùùùùù!!”.
Si trattava di un colpo di spada, un colpo che tagliò di netto non solo il tetto dell’edificio, ma l’intera città.
Un fendente tremendo, proveniente dalla zona centrale, a diversi chilometri di distanza, devastante tanto da distruggere l’intera Black Town con una sola mossa.
“State tutti bene?!” domandò tossendo Jaws, cercando di liberarsi dalle lamiere e dalle travi che gli erano crollate addosso.
“Si certo.. coff.. ma cosa è stato…” rispose Rufy a malapena, cercando di rialzarsi.
E di nuovo, fu Zoro il più rapido: di colpo si sollevò su, e zompando tra una lamiera e un’altra, verso l’alto, uscì dall’edificio a pezzi, sulla strada principale, già impugnando in mano l’elsa di una delle sue tre spade.
Poi, senza attendere né il capitano, né altri sviluppi, si precipitò verso l’epicentro dell’attacco.
Lo riconosco.. è lui… pensò tra sé, riferendosi chiaramente all’uomo che aveva avuto modo di incontrare in precedenza in piazza, Jidr Heim, lo spadaccino.
Li stavano sicuramente cercando, non c’era altra spiegazione per creare un tale pandemonio.
Andava fermato. E l’avrebbe fatto subito…

Black Town, corso principale

Il disastroso fendente del vicecapitano Jidr aveva raso al suolo ogni cosa: senza dubbio valeva la sua taglia.
Era da solo, assieme alla sua spada.
Il fatto era che il suo attacco era semplice intimidazione, per costringere i restanti membri della ciurma cappello di paglia a uscire allo scoperto.
Suo compito era consegnarli vivi al capitano Kira, il resto non era affar suo.
Due donne le aveva trovate… peccato che portarle via con sé non sarebbe stato altrettanto facile.
Qualcuno le aveva protette, deviando in parte il suo colpo; Qualcuno che conosceva per fama molto bene.
“E’ la seconda volta che oggi qualcuno della vostra ex ciurma si intromette nei miei affari… Marco la fenice” esclamò irritato.
Marco era ritto dinanzi a lui piuttosto affaticato; Era riuscito a parare il colpo grazie ad un calcio potenziato dall’haki dell’armatura, ma questo non era bastato a fermarlo, tanto che se non avesse posseduto il suo potere, a quest’ora la sua gamba sarebbe stata tranciata di netto.
Alle sue spalle stavano immobili Nami e Robin, che nonostante avessero sempre dimostrato coraggio nelle situazioni più avverse, di fronte a tanta potenza non potevano fare altro che stare a guardare inermi.
“Si vede che oggi dovresti tornartene sul tuo bel castello d’acqua, Jidr” rispose Marco, con sarcasmo.
Ma lo spadaccino non si sentì affatto timoroso di stare dinanzi ad un tal temibile pirata; Anzi, fece un passo in avanti con aria di sfida “Consegnami le ragazze, Marco. E per oggi avrai salva la vita”.
La sua spada scintillava nonostante il cielo coperto dalle nubi, e una potente ambizione del re conquistatore frantumava tutto ciò che lo circondasse.
“Temo di non poterlo fare. Non toccherai nemmeno un membro della ciurma di cappello di paglia”.
In quell’istante, Jidr sparì, o meglio, balzò in avanti con così tanta agilità che tra i presenti, solo Marco riuscì a seguire i suoi movimenti, e a muoversi di conseguenza.
Ma una frazione prima che i loro colpi potessero nuovamente scontrarsi, come un fulmine comparve Zoro lo spadaccino sul campo di battaglia, che abbandonata la paura, per la prima volta incrociò le spade con il temibile avversario.
“Zoro!” esclamò stupefatta ma contenta Nami, nel vederlo.
“Sarai anche lo spadaccino numero due al mondo. Ma io mi sono allenato col numero uno!” disse, sfoderando tutta la sua potenza.
E le loro spade, il loro furioso scontrarsi, provocò un terremoto che si ripercosse per quasi un chilometro…

TO BE CONTINUED…

Con questa fanfic intendo narrare di eventi SPOILER, che diano per scontata una conoscenza dei capitoli successivi all’isola degli uomini pesce, seppur sia ambientata subito dopo essa.

La ciurma di cappello di paglia si è appena lasciata alle spalle l’isola degli uomini pesce, e risalita in superficie, si tuffa nel nuovo mondo. La prima destinazione è Danger Island, meta obbligatoria per i pirati provenienti dal “Paradiso”, la cui peculiare caratteristica è L’High West, una montagna alta ben 7000 metri. Qui un potente pirata di nome Kira Nowa, da 750 milioni di berry, pare stia reclutando una ciurma…

Episodio 2:
In una nuvolosa giornata e dopo mille raccomandazioni da parte di Nami, la ciurma sbarca finalmente sulle coste di Danger Island, in una baia piuttosto malmessa circondata da case diroccate e abbandonate, non molto lontano da Black Town.
Come ogni sbarco che si rispetti, ognuno sceglie di compiere le mansioni che più gli aggradano, e in un istante i mujiwara si ritrovano a percorrere vie separate: Zoro con Rufy si dirigono al centro città, Chopper e Usop preferiscono ispezionare le campagne circostanti, il primo alla ricerca di erbe e il secondo di piante da poter utilizzare per le sue armi sperimentali, Brooke con Sanji, che passando per la costa di dirigono a grandi passi verso la spiaggia alla ricerca di belle ragazze, ed infine Robin e Nami, speranzose di poter rendere il viaggio più gradevole con qualche acquisto intelligente.

“Mi raccomando, Robin. Niente vestiti nuovi, questa volta” raccomandò la ragazza, fingendo responsabilità per i propri quattrini; Ma Nico Robin non è certo donna da farsi abbindolare, e subito ribattè “Sei tu quella che spende sempre fino all’ultimo centesimo in vestiario”.
“Ma io lo faccio per apparire una graziosa e giovane fanciulla!”.

Non molto lontano dalla Sunny, Usop e Chopper s’incamminarono dunque nella loro escursione strumentalista, e conversando del più e del meno ben presto si ritrovarono ai margini di un fitto bosco.
“Uuuh guarda Chopper! Lassù!” indicò il cecchino alla renna, puntando il dito ben più lontano dell’orizzonte, sopra le verdi piante.
Quello che Usop stava mirando era un imponente agglomerato roccioso, una montagna di cui non si scorgeva la punta, circondata da impenetrabili nuvole.
“Wooow è altissima!” commentò la renna, estasiata.
“Se non vado errato Chopper, quella è la High West… la montagna più alta e insidiosa della rotta maggiore.. E’ la strada alternativa di cui Gann Forr ci parlò per arrivare all’isola nel cielo…”.
“Isola nel cielo….”ripeté la renna, con le lacrime agli occhi “Quanto mi piacerebbe tornarci… Rivedere Konis, Pagaja, il cavaliere celeste…”.
“Dimentichi Wiper…” puntualizzò Usop. “No, lui non mi manca. Mi metteva paura”.
I loro sguardi mirarono a lungo le alte cime impenetrabili, rapiti da sogni e nostalgie ora molto forti “Chissà se un giorno ci torneremo…” si domandò Usop.

Black Town, centro città

“Ehi Zoro, vieni ad assaggiare questa leccornia!” gridò Rufy all’amico, consigliandogli di assaggiare ad un chiosco in piazza alcune specialità di carni dolci locali.
Ma Zoro aveva già trovato guai.. o forse i guai erano andati a lui.
Erano in tre, pirati che portavano marchiato un simbolo identico tra loro: un teschio rovesciato con una spada infilzata in testa, e l’avevano circondato.
Mentre lo spadaccino già sfoderava la spada, Rufy dal chiosco notò un uomo piuttosto forzuto dirigersi verso i combattenti attaccabrighe, e con la coda dell’occhio osservò le sue azioni.
“Tu sei lo spadaccino Zoro, da 120 milioni! Una mezza cartuccia, che non merita neppure di calpestare questa piazza!” lo stava provocando uno dei tre , armato di spada. Una spada che, Zoro se n’era accorto fin da subito, aveva qualcosa di molto strano.
“Da quand’è che è vietato camminare?” rispose.
Avrebbe voluto infuriarsi, farlo secco sul momento. Gli altri due non parevano pericolosi, ma quest’individuo, avvolto in una lunga mantella nera e con un cappello fin troppo alto in testa, incuteva timore.
Che possieda lo stesso haki di Rufy? Si domandò tra sé.
Effettivamente, non riusciva a muoversi. Non capiva. Non era da lui. Non gli era mai successo. Stava tremando di fronte a qualcuno.
“Questo posto è riservato al capitano Kira. Io sono il vicecapitano, Jidr. E tu, mezzacalzetta da 120 milioni, non meriti il mio sguardo. Lo sguardo di un pirata da 500 milioni del mio calibro!”.
Alla scena stavano assistendo molti passanti, terrorizzati. Rufy stesso, dalla sua postazione, fu molto colpito dalla rivelazione della taglia di quel tizio ben poco raccomandabile, e intuì presto della pericolosità della situazione.
Appoggiato il suo dolce al sapore di carne sul tavolo del chiosco, si preparò ad intervenire, quand’ecco che il losco individuo che lui stesso fino a poco prima stava osservando, intervenne direttamente, separando Zoro dai tre aggressori.
Era un omone piuttosto imponente, con un solo braccio, ma che Rufy riconobbe al volo “Jaws!!!” capì, ricordandosi d’istinto dell’uomo che a suo tempo aveva combattuto al suo fianco nel tentativo di salvare Ace a marineford.
“Ti conviene lasciare la piazza, Jidr Heim, se non vuoi vedertela con me” tentò d’intimorirlo l’uomo diamante.
Ma questi non ebbe certo paura “Diamond Jaws… che sorpresa trovarti a Danger Island… Dimmi, come sta il tuo caro “padre”?”.
Era chiaramente una provocazione, che tra l’altro fu seguita da un ghigno dell’intero trio. Una provocazione che Jaws non mandò giù.
D’improvviso tramutò il proprio braccio in un pugno di diamante, e s’apprestò a colpire colui che aveva osato prendersi gioco del nome del grande Edward Newgate.
Rufy s’affrettò a raggiungere Zoro con ansia crescente, capendo che la situazione si stava veramente complicando “Zoro! Spostati da lì!!!!”.
L’impatto del colpo inferto fece tremare l’intera piazza, tanto da spaccarne le fondamenta in due. Un terremoto che si ripercosse per svariate miglia. Ma come ben presto i presenti ebbero modo di intuire, non sortì alcun effetto: la spada del vicecomandante Jidr dei pirati di Kira Nowa aveva bloccato con gran facilità il colpo, e la cosa spaventò in particolar modo Jaws, che nel colpo aveva messo tutta la sua forza.
“Non c’è che dire. Vali la tua taglia, Pugno di Diamante. Ma non puoi nulla contro di me, lo spadaccino numero due al mondo!”.
Un gran colpo di scena, per Rufy e specialmente Zoro.
Tutto si sarebbero aspettati, fuorché incontrare sulla prima isola del nuovo mondo l’ex comandante della terza flotta di Barbabianca, e un potente pirata da cinquecento milioni classificato come il numero due al mondo.
“Come ben sai, il capitano Kira non è interessato ai Paramisha. Solo i veri frutti sono i benvenuti nella più potente ciurma esistente del nuovo mondo! E tu, mi dispiace, non rientri nella categoria Rogia. Non ho interesse ad eliminarti, ma vedi di toglierti dal mio cammino, o sarò costretto a tornare sulla mia decisione… e quanto a te, Roronoa, e a te, ragazzo di gomma cappello di paglia… fareste bene ad andarvene. Il nuovo mondo non è posto per dei mocciosi del vostro stampo!”.
Detto questo, i tre uomini scomparvero, letteralmente. Rufy conosceva quella tecnica, l’aveva già vista in azione, tempo addietro.. le rokushiki… il soru, che lo stesso Koby aveva saputo padroneggiare a marineford..
Quell’episodio li aveva lasciati sconcertati; Così come la stessa piazza era rimasta di stucco nell’assistere a eventi così gravi..
Era risaputo che il capitano Kira si fosse stabilito sull’isola per dei reclutamenti… era risaputo che stesse creando una ciurma incredibilmente potente… ed era anche risaputo che parte della ex ciurma di Barbabianca si fosse rifugiata sull’isola, in tempi recenti…
Ma questa era la prima volta che due tali potenze erano entrate in conflitto, e c’era da ritenere che fosse solo l’inizio di una lunga serie di spiacevoli eventi…
E tra la folla, già in molti avevano pensato di prendere in mano i lumacofoni e contattare il G5 “Parlo con la marina militare… ? Voglio segnalare la presenza della ciurma di cappello di paglia a Danger Island! Accorrete in fretta, prima che si scateni il pandemonio!”.
Era un bel guaio, e Diamond Jaws pensò bene di costringere i due pirati appena salvati a seguirlo da qualche parte, per trovare un po’ di tregua e poter loro spiegare cosa stesse accadendo in realtà su quell’isola…

Episodio 3:

“Aaaaaaaaah!” gridava spaventata una donna vicino al porto dove ormeggiavano la maggior parte dei pescherecci di Danger Island.
La sfortunata si limitò a scappare via con le lacrime agli occhi, mentre una voce mascolina non molto lontano lamentava “Aspetta dolcezza!! Guarda cosa hai fatto, teschio! Tu le donne le terrorizzi!!”.
Si trattava chiaramente di Sanji e Brooke alle prese con la loro escursione di cui Nami si era tanto raccomandata di non fare.
“Yohohoho! Forse non avrei dovuto chiederle di mostrarmi le mutandine, si è certamente offesa!” “Testa di rapa, è scappata perché aveva paura di te!”.
Il povero uomo, affranto a causa della compagnia che non gli stava permettendo di ronzare attorno a nessuna donzella, si sedette all’angolo di un edificio a fumarsi una tranquilla sigaretta, lasciando Brooke a passeggiare e terrorizzare passanti per qualche altro minuto.
“Pfff… non si può certo definire un’isola tranquilla…”pensò tra sé, con una nota di serietà in più “Mi domando come mai la città pulluli di così tanti pirati… eppure da quanto ho sentito.. la marina dovrebbe avere un’importante sede non molto lontana dall’isola..”.
Ma il cuoco della ciurma di cappello di paglia fu ben presto distolto dai suoi pensieri quando si rese conto che le grida attorno stavano iniziando a dargli sui nervi.
Quando sollevò lo sguardo alla ricerca di un Brooke da rimproverare, si rese conto che lo scheletro musicista era scomparso.
O meglio, scomparso dal suo campo visivo.
Fu un attimo. D’improvviso, a non più di venti metri dalla sua postazione, Sanji si rese conto che qualcosa stesse accadendo quando vide un’intera abitazione crollare.
D’istinto si precipitò sul posto assieme ad una folla piuttosto atterrita, e ciò che vide lo lasciò perplesso: delle sottospeci di nani armati, una razza animale (o umana?) che non ricordava di avere mai visto; Ma al di là del loro buffo aspetto e della minuta statura, ciò che subito catturò la sua attenzione fu la paura dei presenti nell’osservare questi ridicoli esseri simili a piccoli orsetti, le loro armi simili a spade, ma soprattutto Brooke in loro ostaggio.
“Brooke! Che stai combinando?!” gli gridò contro il cuoco, già pronto a sferrare calci.
In realtà lo scheletro non pareva in condizioni così salutari… sembrava anzi silenzioso, e le sue ossa non splendevano come al solito. All’improvviso, si accasciò a terra, il corpo fumante.
“Ehi?! Cosa diavolo…?!”.
Un paio di passi tra le macerie dell’edificio. Un’ombra che si allungava contro la poca luce che filtrava tra le nuvole del cielo. E gli occhi di Sanji si dipinsero di terrore…

High west, 5000 mt.

Un vorticoso e freddo vento batteva sulla struttura informe e scura adibita sulle alte rocce dell’High West.
Di colore blu scuro, ondeggiante, molle ma incredibilmente stabile, una sottospecie di castello innaturale si ergeva solitario sull’alta quota.
Intorno, solo terreni scoscesi e desolati, con sprazzi di neve qua e là a tingere di bianco la nuda e secca terra di quell’inospitale luogo.
Nessuna guardia all’esterno; Solo una schiera di uomini armati che sfoggiavano bandiere pirata tra le più disparate; Uomini che in religioso silenzio e rispettando il proprio momento entravano all’interno della fortezza.
Ciurme pirata da tutto il mondo andavano convergendo in quell’unico punto, cercando di trovare la svolta alla propria vita. Una svolta al fianco di uno dei capitani più potenti e promettenti del Nuovo Mondo, Kira Nowa, la cui taglia da 750 milioni era tra le più temute al mondo. E giudicata da molti fin troppo bassa per il reale livello di pericolosità…
“Mostrami il tuo potere. Crea un varco nelle mura della mia fortezza…” risuonava la sua scura e profonda voce all’interno di un largo spazio completamente vuoto.
Erano in tre, presenti a quello che a tutti gli effetti veniva considerato un esame di ammissione.
Il capitano Kira, il cui possente corpo era a malapena visibile, celato dall’ombra più profonda dell’interno del palazzo; L’esaminatore, una donna molto bassa e di età attorno ai cinquant’anni, dai capelli rosso fuoco… e l’esaminato, un pirata molto magro e alto, con denti aguzzi e capelli a punta.
“Nome” domandò freddamente la donna, mentre il capitano Kira alle sue spalle taceva ed osservava.
“Ladolf Ogreheim…” rispose quello, pronto.
“Taglia?”
“280 milioni”
“Potere?”
“Nessun frutto del diavolo. Ottima conoscenza di rokushiki e possiedo l’haki dell’armatura”.
“Procedi con la dimostrazione”.
Calò il silenzio. La donna esaminatrice improvvisamente si tramutò in liquido, in acqua, e in una frazione di secondo mescolò se stessa con la parete della fortezza, fatta della stessa materia.
Era il momento del rituale.
La donna, o meglio, il castello stesso recitò: “Io, Rebecca Azuma, ti giudico!”.
Seguì un’azione istantanea da parte dell’esaminato. Con tutta la sua forza, e con un’agilità spaventosa, il pirata Ladolf da 280 milioni di berry colpì con un clamoroso rokuouguun, la tecnica arcana, la parete del castello fatto d’acqua.
Era il momento della verità.
In un primo momento, il colpo parve di una potenza tale da essere in grado di distruggere l’intera montagna, tale fu l’onda d’urto che ne scaturì; Ma non fu sufficiente: con la parete ancora intatta dell’edificio, l’esame terminò automaticamente.
E gli occhi di Ogreheim divennero panico puro.
Di scatto, si voltò verso il capitano Kira, e tentò di supplicarlo “Vi prego! Mi dia un’altra possibilità!”.
E Kira Nowa si alzò dal proprio trono d’acqua, mostrando infine il suo volto usurato dal tempo, la sua muscolatura possente, la sua folta barba bianca, e i ricci capelli bianchi che gli scendevano fino alle spalle.
Stringendo fortemente quello che aveva l’aria di essere uno scettro, decretò “Pirata Ladolf Ogreheim. Come ben sai, la mia filosofia di una ciurma perfetta mi impone di cercare possessori di frutti del diavolo abbastanza potenti da essere in grado di resistere al loro nemico naturale, l’acqua. Per questo spesso prediligo pirati rogiati. Ma quando si parla di non fruttati, la situazione volge a vostro vantaggio, non avendo il problema dei possessori di frutti. Per questo ho voluto darti una possibilità. Ma non posso passare sopra alla sfacciataggine che hai dimostrato nel presentarti a me nonostante io ti avessi dato questa opportunità senza che tu fossi stato capace di abbattere un muro d’acqua. Per questo, io ti giudico… Colpevole di debolezza. Tu non meriti di essere pirata. Né tantomeno di avere un’altra possibilità. E’ tutto”.
Rebecca sapeva cosa stava per accadere. Era già successo molte altre volte, negli ultimi giorni.
Questi pirati di nuova generazione non valgono niente… riteneva tra sé.
Per questo osservò soddisfatta Ogreheim correre distante in preda al panico, certa che non avrebbe più lasciato quel palazzo vivo.
“E’ quello che si merita”.
“Noooo!! La prego!!! Si fermi!!!! Nooooooooooooooooooo!!!” gridava il pirata da 280 milioni, prima che il potere Supremo si fiondasse su di lui per finirlo.
Le ultime parole di Kira Nowa furono “Rebecca, contatta i cacciatori di taglie del G5. Riscuoti tu stessa la taglia di questo sfortunato individuo. Se osano mettere in discussione la tua autorità, o provano ad attaccarti, risolvila come meglio ritieni”.
La donna s’inchinò maligna “Agli ordini capitano”.

Su Danger Island, l’isola vetta, stava accadendo qualcosa di clamoroso.
Qualcosa che avrebbe finito per attirare l’attenzione del mondo intero.
Si diceva che il pirata Kira Nowa stesse reclutando nuovi membri per la sua cosiddetta “ciurma perfetta”, e che le stragi di potenti pirati fossero già incominciate.
Un fattore che alla marina non avrebbe fatto di certo piacere, sapere che un pirata stava uccidendo pirati al posto loro solo per aumentare la propria notorietà era qualcosa da non sottovalutare.
Così facendo, il governo mondiale avrebbe perso prestigio, e la politica del nuovo grandammiraglio non l’avrebbe permesso.
Inoltre, correva voce che la ciurma di cappello di paglia fosse capitata sull’isola dopo aver dichiarato guerra all’imperatrice Big Mam.
E mentre i gabbiani giornalisti portavano i nuovi avvisi di taglia che vedevano aumentato l’avviso del pirata Kira a 850 milioni, alla Thousand Sunny Franky, nella sua guardia alla nave, si rese conto dell’arrivo di più di una nave da guerra della marina, dirette proprio su di lui…

TO BE CONTINUED…

Con questa fanfic intendo narrare di eventi SPOILER, che diano per scontata una conoscenza dei capitoli successivi all’isola degli uomini pesce, seppur sia ambientata subito dopo essa.

Sono passati due anni dalle vicende all’arcipelago Sabaody che videro la disgregazione della ciurma di Cappello di Paglia e dalla terribile guerra tra i pirati di Barbabianca e il Governo Mondiale che sconvolse le nazioni di tutto il mondo.
In questo lasso di tempo, molti eventi si sono verificati; Cambiamenti nella struttura generale delle organizzazioni militari e piratesche, la nascita di un nuovo imperatore nel nuovo mondo, Barbanera, e la proclamazione a grand’ammiraglio di Sakazuki, conosciuto anche come Akainu.
Costui si è battuto per dieci giorni ininterrotti contro gli ideali di giustizia di Aokiji, vincendo alla fine l’epico combattimento e costringendo l’ammiraglio rivale ad abbandonare la marina.
Nel frattempo, la ciurma dei Mujiwara si è finalmente ricostituita, e dopo aver salpato per l’isola degli uomini pesce, si è trovata ad affrontare la storia di una rivalità tra razze fatta di odio.
Usciti vittoriosi dallo scontro contro i pirati Hody Jones e Vander Decken, sbarcano infine nel tanto atteso Nuovo Mondo.

A bordo della Thousand Sunny, tutti sono in attesa delle parole del navigatore di bordo, Nami…

“Come sarebbe a dire l’isola con minore grado di pericolosità?? Così non c’è divertimento!” protestò Rufy con gran disappunto.
“Non fare storie! Siamo appena arrivati nel nuovo mondo, non sappiamo nulla di questo posto! Può darsi che l’isola che il log pose indica come la più tranquilla, sia in realtà già piena di pazzi! Senza contare che hai appena dichiarato guerra a un imperatore!” ribatté Nami ferrea, con l’approvazione incondizionata dei poveri Chopper e Usop.
“Ha ragione lei, Rufy! Se tu imparassi a startene calmo quando c’è in gioco la sicurezza di un’isola, non dovremmo preoccuparci di essere sempre al centro dell’attenzione!” intervenne il cecchino di bordo, fermamente convinto che buttarsi in guerre aperte e scontri all’ultimo sangue sin dall’inizio non lo avrebbe di certo giovato.
Per contro, dapprima Rufy tornò all’attacco ricordandogli d’essere il capitano, ma trovatosi alle strette per mancanza di sostenitori, fu costretto col broncio a rinunciare ai suoi propositi animaleschi.
“Non te la prendere, Rufy. Siamo solo all’inizio” volle consolarlo Zoro, adagiato in un angolo della nave sul dormiveglia.
In quel mentre , il neo Franky in versione gigante, al momento occupato al timone, rivolse allo spadaccino un paio di parole, colto da un dubbio insormontabile.
“A proposito, Zoro… non ci hai ancora detto.. come ti sei procurato quella cicatrice all’occhio?”.
Più di uno parve sorpreso e allo stesso tempo incuriosito dalla domanda del robot; D’improvviso gli sguardi dell’intera ciurma (tranne ovviamente Sanji, tra l’altro assente perché occupato nel preparare il pranzo) si diressero sullo spadaccino di bordo con aria interrogativa, al che… ciò lo fece sentire piuttosto in imbarazzo.
“E’ vero! Zoro! Ora anche tu hai una cicatrice come me!” esclamò Rufy, come se fino ad ora non se ne fosse mai accorto .. per poi aggiungere tra sé a bassa voce “Ma almeno io ho ancora tutti e due gli occhi…”.
Il volto di Zoro improvvisamente si rabbuiò; Robin, Nami, Chopper, Usop, Franky, Brooke ed il capitano erano d’improvviso col fiato sul suo collo.
A decine, anzi centinaia di goccioline di freddo sudore presero a colargli con un certo disagio, ma all’incalzare di tutti, fu costretto a sputare il rospo “Ecco… beh.. il fatto è che… ancora… neppure l’autore lo sa! Ve lo dirò un’altra volta!”.
Nessuno capì.

ONE PIECE
FUN FICTION NEW WORLD

Episodio 1:
“Yohohohohoho!!” rideva a crepapelle Brooke mentre osservava Nico Robin dare una pacca consolatoria sulla spalla della povera Nami, affranta.
“Non te la prendere, non è colpa tua. Effettivamente, è il capitano”.
Già Zoro stava affilando le spade, e Franky aveva appena sparato un paio di raggi laser dai propri capezzoli per testare i suoi miglioramenti e vantarsene dinanzi agli occhi luccicosi del trio Rufy, Chopper e Usop.
“Yohohohohoho!” persisteva Brooke “Ho le lacrime agli occhi, anche se gli occhi non ce li ho! Yohohoho!!!”.
La rabbia di Nami d’improvviso si manifestò aggressivamente “Vuoi stare zitto?! Sono disperata, e non voglio morire!!!”.
Occorreva calmarla. Non era l’unica a pensarla così, ma dopotutto un ordine era un ordine, e se il capitano voleva l’isola più pericolosa, c’era poco da fare..
D’improvviso dalla porta dell’interno uscì sul ponte Sanji, con dei fumanti piatti di zuppa dall’aspetto squisito: due porzioni, ovviamente per le donzelle “Questi aromi ti aiuteranno sicuramente ad affrontare lo sbarco con serenità, Nami cara… E ovviamente vale anche per te, dolce Robin”.
Era inevitabile, oramai. Se lo aspettava, dopotutto, che il nuovo mondo non sarebbe stata una passeggiata, e aveva ugualmente scelto di riprendere il viaggio.
Solo, avrebbe voluto passare di fianco ai problemi, piuttosto che andarci dentro… era la sua filosofia di vita.
“Allora, navigatrice, cosa sai dirci sull’isola che incontreremo?” buttò lì Robin, mentre si accingeva ad assaggiare la zuppa, e mentre il resto della ciurma imprecava contro Sanji che aveva cucinato due sole porzioni.
“Uff… Danger Island… è l’equivalente di Sabaody nel nuovo mondo.. vi si radunano tutti i pirati transitati per l’isola degli uomini pesce, e da lì si diramano le nuove rotte da seguire… E’ praticamente attaccato al G5, con pirati della peggior specie..”.
A sentire quelle parole, Rufy si avvicinò sbavando dalla contentezza, e sognando ad occhi aperti esclamò “Magari rivedrò Kidd, o Traffy! E’ stato divertente combattere al loro fianco, due anni fa!”.
Fu Robin ad intervenire nel tentare di far ragionare il capitano, siccome Nami aveva ormai perso ogni speranza e si era andata a rannicchiare coi propri angusti pensieri “No Rufy… Non so dirti di Kidd… ma non credo incontrerai Trafalgar… vedi, lui al momento è…”.
Ma le sue parole vennero bruscamente interrotte dal grido di Usop, che armato di binocolo, esclamò “Terra!!”.
Inutile nascondere l’entusiasmo. Era l’inizio di una nuova avventura, e si trattava della prima vera isola affrontata assieme in un mare completamente inesplorato.
Mentre Franky si affrettò a chiedere il consiglio di Nami rediviva su dove e come attraccare, Zoro si sollevò finalmente dalla propria rilassante postazione, pronto a sgranchirsi “Non vedo l’ora di affettare qualcuno”.
Prontamente, Sanji lo rimbeccò “Tieni le mani al posto, guerrafondaio. Hai sentito Nami, no? Abbiamo già abbastanza problemi senza che ti ci metti anche tu”.
“Guerrafondaio a me?! Ripetilo se ne hai il coraggio!”.
Immediatamente ripresi dai poderosi pugni di una Nami infuriata, i due si zittirono. Questa non perse tempo, sicura che di lì a pochi secondi ognuno avrebbe fatto come gli pare, perciò venne subito al dunque “Statemi a sentire. La nostra ciurma vale ottocento milioni e cinquanta berry! Siamo ricercati di fama mondiale!”; A tali parole, Chopper in lacrime protestò “Potevi evitare di ricordarmi dei cinquanta berry!!!”.
Senza dargli udienza, la ragazza con tonalità piuttosto seria tentò di raccomandarsi “Non create casini. O meglio, Zoro… Rufy… visti i vostri precedenti a Jaya… create casini solo se provocati. Brooke, non molestare nessuna donna! Sanji, uguale! Franky, tu resta alla nave. Io e Robin scenderemo a fare qualche compera. NON provate a sperperare soldi! E’ tutto!”.
Le reazioni furono le più disparate: già Zoro affilava le lame, Rufy scrocchiava i polsi, Brooke si preparava dentro sé a molestare l’intera città, così come Sanji e…. Chopper e Usop protestavano scontenti “Ti sei dimenticata di noi!!”.
“Oh… già.. voi fate quello che vi pare ^^”.
Affranti per la tanto poca considerazione, i due demoralizzati risposero con un ben poco entusiastico “Si…”.
Infine, il capitano di bordo gridò “Bene, andiamo a Danger Island!!”.

Danger Island, l’isola vetta

Nel centro cittadino di Black Town stava accadendo qualcosa.
Centinaia le persone che si erano precipitate a leggere i giornali ; Una notizia che da pochi giorni stava facendo il giro del mondo, e non era niente di rassicurante.
Sebbene fossero solamente sospetti, si diceva che un grande pirata si aggirasse nella zona… o meglio, avesse stabilito un campus sulla strada del cosiddetto High West, la montagna più alta della rotta maggiore, la cui vetta si diceva arrivasse a toccare i 7000 metri, che contraddistingueva proprio la suddetta isola.
Voci inquietanti che tenevano la gente ben rinchiusa nelle proprie abitazioni.
“Dicono che i pirati di cappello di paglia stiano per raggiungere Danger Island… forse sono qui per unirsi alla ciurma di Kira Nowa…”.
Ma a molti questa faccenda non convinceva. In una nota locanda, un certo pirata dai capelli biondi e con un inconfondibile simbolo marchiato sul torace, sorseggiando la sua bottiglia di Sakè, esclamò convinto “Non dite fesserie. La vostra teoria fa acqua in due punti! Primo, un pirata da 750 milioni non accoglierebbe mai nella sua perfetta ciurma un paramisha da 400! E secondo… Rufy cappello di paglia non si abbasserebbe mai a chinare la testa a qualcun altro, piuttosto preferirebbe farsi ammazzare.. Io lo conosco bene…”.
Eccome, se lo conosceva. Probabilmente molto meglio di tanti altri sbandati finiti su quell’isola per lo stesso ignobile motivo. Terminato di scolarsi il suo sakè, uscì piuttosto malconcio dal locale , sotto gli occhi terrorizzati di chi l’aveva appena riconosciuto.
Alzando lo sguardo al nuvoloso cielo, pensando a certi avvenimenti di un certo passato, mormorò tra sé… “Rufy… perché sei venuto?”.
Ma le voci attorno iniziarono ad infastidirlo.
Era ricercato, dopotutto. Così come la maggior parte dei presenti. Ma la sua taglia era ben maggiore, e restare nello stesso luogo per lungo tempo era un lusso che da ormai due anni non poteva più concedersi…
Un dito puntatogli addosso, e qualcuno che già gridava “Ma certo! Non ho dubbi! E’ Marco la fenice, l’ex comandante della prima flotta di Barbabianca!!!!”.

TO BE CONTINUED…