Episodio 4:
Con questa fanfic intendo narrare di eventi SPOILER, che diano per scontata una conoscenza dei capitoli successivi all’isola degli uomini pesce, seppur sia ambientata subito dopo essa.
Quando Franky notò le navi del governo mondiale avvicinarsi minacciose alla Thousand Sunny, pensò bene di prepararsi a difenderla.
Nessuno può toccare la mia nave! Ritenne fiducioso.
Ma accadde qualcosa che non si sarebbe aspettato. Al posto di una palla di cannone, venne sparato qualcosa della medesima forma, ma di colore biancastro, e vivo. Una faccia. Un volto che il robot ricordava.
“Ma tu sei..” fece con stupore, mentre dietro il tal volto in avvicinamento, seguivano a ruota tante altre sfere della medesima dimensione.
Erano pezzi dello stesso corpo. Pezzi sferici e vivi.
“Sono il viceammiraglio Verygood! Ti ricordi di me, Cutty Flam?? Appena ho saputo della presenza della ciurma di cappello di paglia a Danger Island ho voluto cogliere l’occasione per vendicarmi! Io, col mio potente frutto Berry Berry, sono stato messo fuori gioco da uno stupido robot e uno spadaccino!!”.
Era successo due anni prima, durante il Buster Call a Enies Lobby.
Duecento marine di grado uguale o superiore a capitano di vascello si erano presi la briga di scendere in prima linea per cercare di ricatturare l’evasa Nico Robin, mentre ancora Rob Lucci della cp9 stava combattendo una sanguinosa ed estenuante battaglia contro Rufy.
Era in quell’occasione che Franky si era battuto con Verygood, un uomo capace di rendere il proprio corpo fatto di tante sfere, a quel tempo semplice capitano, e l’aveva battuto.
“Così sei qui per vendicarti! Mi dispiace, ma non posso proprio lasciarti toccare questa nave!” gridò il robot, pronto a colpire con un weapons left dal braccio sinistro.
Ma combattere un viceammiraglio non è certo una passeggiata; Verygood aveva evidentemente fatto progressi, tanto da poter essere in grado di suddividere se stesso in sfere fin troppo piccole e in enormi quantità per poter essere fermato.
D’istinto, Franky cercò il modo di toglierselo di torno dando manate all’aria, ma il viceammiraglio, non intenzionato a fermarsi, scelse di colpire duro: d’improvviso, la sua velocità quintuplicò.
Come proiettili, i colpi delle mille sfere si riversarono sul robot, che dunque ora si trovò ad essere in una situazione non proprio gradevole…
Black Town, centro
“Avete sentito di Rufy cappello di paglia?? Pare sia scomparso, dopo aver incontrato Jidr Heim sulla sua strada..” mormorava la gente sottovoce, mentre osservava Nami e Robin passeggiare con disinvoltura nel centro con alcune buste di spesa sottomano.
“Pare che Rufy e Zoro ne abbiano combinata qualcun’altra delle loro…” commentò Robin, mentre col suo potere creava un orecchio che indisturbato si avvicinava meglio al vociare, per rendersi conto dell’accaduto.
“Fortuna che mi sono raccomandata….” disse Nami di rimando “Grrr appena li rivedo li distruggo….”.
“Shhh…”.
Di colpo, Robin si fece seria. Quello che stava sentendo attirò particolarmente la sua attenzione.
“Pare che Kira Nowa sia su quest’isola” disse poi a Nami, ripetendole ciò che aveva appena scoperto.
“Kira Nowa? Chi sarebbe?”.
“E’ un pirata molto temuto nel Nuovo Mondo. Famoso per essere un pirata solitario, si è sempre vantato di non aver bisogno di una ciurma. Ed ha una taglia da paura. Ma a quanto pare.. da un po’ di tempo a questa parte.. sta reclutando uomini.. ed ha fatto rotta su Danger Island, una tappa obbligatoria per il viaggio dei pirati”.
Nami ci rifletté un po’ su “Perché mai un pirata solitario dovrebbe reclutare una ciurma? Uff.. spero di non incontrarlo sul mio cammino.. a proposito, a quanto ammonta la sua taglia?”.
“A ottocentocinquanta milioni. Vale più di tutti noi messi insieme”.
A tali parole gli occhi di Nami brillarono; Non di paura, ma di gioia “Spero tanto di incontrarlo e poterne intascare la taglia!!!!!!”.
“Ma noi siamo pirati, non cacciatori…”.
Inutile parlare di Nami con razionalità, quando c’è in ballo il denaro. Ben sapendo questa regola, Robin lasciò perdere, e si limitò ad indicare il monte High West “Se ti interessa, lo troverai lassù”.
“Uh? Che posto è?”.
“L’unico altro modo oltre la knock up stream per salire all’isola nel cielo”.
Black Town, sobborghi
Si chiamava la Locanda Bianca.
Vi si radunavano molto spesso bande di pirati per rifornire le proprie bottiglie di alcolici prima di ricominciare un nuovo viaggio; Ma ultimamente era anche sede di un certo gruppo di pirati, e lì Rufy e Zoro vennero condotti con una certa fretta.
Entrati attraverso uno stretto vicolo nella locanda, si procedeva lungo una scalinata verso il basso, e si attraversava una botola.
Una volta a destinazione, si raggiungeva la Sala Pirati, nascosta ovviamente alla superficie per questioni di sicurezza; Si diceva che il proprietario fosse un vecchio ex pirata, e che avesse molto a cuore l’idea di fornire sakè alle nuove generazioni.
Ma oltre la sala pirati, Jaws condusse Rufy e Zoro all’interno di un piccolo antro scuro, e lì li fece accomodare.
Una stanza piuttosto spoglia, adibita con un paio di piccoli tavoli e sedie malridotte. Ma più che sufficiente.
“Jaws, ora che siamo qui mi dici cosa sta succedendo?” domandò Rufy, piuttosto irritato al ricordo dell’individuo che li aveva provocati qualche minuto prima in centro, ricordando poi la naturalezza e sicurezza dimostrata da Jidr nell’affrontare Zoro.
“C’è che siete dei pazzi a finire su quest’isola! Chi è il vostro navigatore?!” fu la prima risposta dell’ex comandante di Barbabianca.
“La navigatrice è Nami, ma ho scelto io di approdare qui, c’è qualche problema?!”.
“Rufy cappello di paglia, ti credevo più intelligente! Vuoi che i tuoi amici ci rimettano la pelle??”.
Jaws sapeva quanto Rufy fosse attaccato alle amicizie. L’aveva visto con Ace, a Marineford. Aveva visto la sua reazione alla sua scomparsa. Conosceva il suo buon cuore, e quello che aveva passato.
“Ora ascoltatemi bene. Quest’isola è attualmente sotto il controllo di Kira Nowa, un pirata che valeva fino a poche ore fa 750 milioni, e la cui taglia è già aumentata. E’ un pazzo assassino, e mira a diventare imperatore. Dopo la morte di nostro padre, la nostra ciurma si è divisa, ma io, Marco e pochi altri abbiamo deciso di difenderne l’onore anche dopo la sua morte. Così siamo venuti su quest’isola, a raccogliere informazioni. Devi ascoltarmi, Rufy. Tu e la tua ciurma dovete abbandonare quest’isola. Quel Kira sta reclutando una ciurma, ma i suoi ideali di pirateria sono molto diversi dai tuoi, e dai miei! Per lui, chi non è degno della sua ciurma va ucciso! Preferisce stroncare la concorrenza piuttosto che correre verso il grande tesoro. E voi sareste delle prede perfette. Credimi, non devi sottovalutarlo. Non so di che poteri sia dotato, ma so che vale la sua taglia. Perciò andatevene, proseguite il vostro viaggio ma state lontani da lui!”.
Il volto di Diamond Jaws era visibilmente preoccupato. Rufy e Zoro avevano ascoltato attentamente ciò che aveva da dire, e fu Zoro per primo a rispondere “E tu ci hai portati qui solo per questo?”.
A seguire, Rufy fece un paio di passi avvicinandosi a Jaws, sulla soglia della stanza “Ti ringrazio per averci messi in guardia. Ma io non scapperò”.
“Rufy cappello di paglia! Non dire idiozie, non è un gioco! So bene che negli ultimi due anni hai fatto di tutto per migliorarti, so che ti sei allenato con Silver Rayleigh! Ma questo non è sufficiente! Quest’isola pullula di pirati che farebbero qualsiasi cosa per unirsi a Kira, compreso vendergli altri pirati catturati più deboli per permettergli di intascarne la taglia! E in questo momento, tutti i tuoi compagni potrebbero essere facili prede!”.
“I miei compagni sanno come difendersi. Non capisci?! Se questo Kira è così forte come dici, allora non posso lasciarmelo alle spalle! Se è così spietato, se è così pazzo, l’unica cosa che posso fare è andare avanti, e affrontarlo! Non sarò mai un re dei pirati, se scapperò di fronte alle difficoltà!!”.
A tali parole, Jaws ebbe un fremito. Aveva sottovalutato quel ragazzino, ancora una volta come due anni prima. In fin dei conti aveva ragione, ed il suo ragionamento non faceva una piega.
Anche Zoro fu soddisfatto in quell’occasione del proprio capitano, tanto che sorrise nel vederlo così determinato.
Era contento di sapere che il sogno del suo amico era ancora fortemente insito in lui; Che la fiamma di Ace ardeva ancora nel suo cuore. E non poteva che fargli piacere combattere sotto il suo comando…
Black Town, zona portuale
Il corpo di Sanji giaceva fumante a terra a fianco di Brooke.
Qualcuno fece un passo verso i due, con disinvoltura.
“E siamo a due. Portateli al castello di Kira Nowa. Non lascerò che nessuno della ciurma di cappello di paglia sopravviva…” disse costui con aria agghiacciante, rivolto ai suoi piccoli sottoposti.
Per celebrare l’inizio della sua tanto attesa vendetta, l’uomo sollevò lo scettro dorato al cielo, e d’improvviso le nubi si squarciarono, e un devastante fulmine ricadde su di lui, come attirato dal suo volere.
La gente impietrita finalmente si decise a scappare.
“Ahahahah! Bravi! Scappate, umani! Scappate dove volete!! Ma nessun luogo sarà in grado di nascondervi a me!!!”.
Un lungo e vistoso anello sulla schiena incastonato in quattro tamburi… delle lunghe orecchie inusuali… una carnagione chiara, uno scettro e una cuffia bianca a coprire i suoi biondi capelli…
Un uomo che in due anni si era fatto un nome nel mare blu.. un uomo proveniente da un luogo molto lontano, oltre i cieli, oltre la notte stellata; Il suo nome… Ener, possessore del frutto rombo rombo, arruolato da un po’ di tempo nella ciurma di Kira, con una taglia da 420 milioni…
Danger Island, pendici High West
“Si può sapere cosa volete da noi??” gridava Usop, ferito.
Chopper a malapena si reggeva in piedi.
Erano stati attaccati, colti di sorpresa da due individui misteriosi mentre passeggiavano nel bosco sottostante l’High West; Uno, un tipo alto, biondo, muscoloso, l’altro moro, mingherlino ma incredibilmente abile nelle rokushiki.
“Il capitano ci ha dato l’ordine di catturarvi tutti, ed è quello che faremo! Usop il cecchino, detto Sogeking! E Tony Tony Chopper, il cucciolo mangia zucchero filato! Voi due verrete con noi!” gridò il tipo smilzo, prima di gridare “Soru!” e scomparire dal loro campo visivo.
Avevano entrambi dei poteri, ormai si era capito.
Quando difatti costui ricomparve alle spalle di Usop, dalla sua mano scaturì una sottospecie di piccola sfera trasparente che, anziché al cecchino, mirò alla renna, inglobandone all’interno il suo muso.
E d’improvviso, Chopper prese ad agitarsi e spaventarsi “Usoooooooop! Non respiro!!!!!”.
Quando Usop si voltò verso l’amico, scoprì che l’agile combattente l’aveva già condotto distante grazie al suo formidabile Soru “Chopper!!!!!”.
A quel punto, fu il momento del muscoloso biondo di agire “Ben fatto fratello! Questo insetto lascialo a me!”.
Tutto quello che poté fare Usop fu tentare di reagire per poter salvare Chopper nel modo più tempestivo possibile, che ancora si dimenava gridando con terrore di non riuscire più a respirare.
Mentre il corpo della renna ansimava e la vista del povero animale andava offuscandosi, Usop lanciò una cometa infuocata contro il biondo, ma questi fu capace di schivare il colpo e di reagire colpendo col suo speciale potere.
“Non l’hai ancora capito?! Voi due non potete nulla contro i fratelli Zara! Il mio potere della gravità donatomi dal frutto Grave Grave (Juryoku Juryoku no mi) e il potere del frutto Aria Aria (Sanso Sanso no mi) di mio fratello minore vi distruggeranno! Vi converrebbe arrendervi, e lasciarvi condurre dal mio capitano”.
Gravità… ossigeno… ora Usop iniziava a capire.
Il colpo con cui era stato attaccato all’inizio dell’imboscata era sicuramente frutto di una potente gravità: improvvisamente si era sentito pesante, ed era finito schiacciato a terra.
Ma cosa ben peggiore, quella sfera anti-ossigeno avrebbe finito di quel passo per uccidere Chopper.
“Maledizione… se non intervengo subito, Chopper…”.
“So che stai pensando. Sei preoccupato per il tuo amico..” gli fece il fratello minore dei Zara “Non temere, non lo ucciderò. Non appena sarà svenuto, farò in modo che possa nuovamente respirare”.
“Maledetto…”.
Usop si sentiva in balia dei nemici. Non c’era verso di contrastarli, e per qualche strano motivo nessuno dei suoi compagni dotati di lumacofono (Franky, Sanji e Rufy) gli stavano rispondendo.
Era solo.
“E va bene… preparati, uomo della gravità! Ti dimostrerò che non ho più bisogno di essere protetto dai miei amici!”. Prese a correre in direzione del fratello maggiore, ed estratto qualcosa che finora aveva tenuto nascosto nella sua tracolla, gridò “Impact!!!”.
L’impact dial.
L’aveva utilizzato in rare occasioni, ma sacrificare del dolore al braccio per aver salva la pelle era il minimo che potesse fare.
Effettivamente, il colpo andò a segno e produsse un certo effetto sul biondo, tanto da fargli sputare del sangue. Ma era troppo presto per cantar vittoria.
“Tu credi di essere furbo… ma così facendo, non fai altro che peggiorare la tua situazione!!”.
Fu in quel momento che, spalancate entrambe le braccia e i polsi delle mani, l’uomo esclamò “Dimensione gravitazionale ON! Cospargi il suo corpo del tuo solenne potereeeeee!!!”.
A seguire, una specie di macigno invisibile cadde sul povero cecchino, una forza veramente incontrastabile, che lo costrinse a piegarsi a terra, nel dolore.
“Ahahah! Eccoti presentata una gravità 20 volte superiore al normale! Ed ora…”.
La mano del biondo indicò una certa pianta non molto lontana, e grazie al suo potere di modificare la gravità, fu in grado di sollevarla, sradicandola da terra, dopodiché la lanciò su Usop ormai inerme…
High West, 7000 mt.
Quando il lumacofono squillò, fu Rebecca a rispondere per Kira.
Il grande pirata stava al momento riposando, prima di continuare con le sue spietate selezioni in ciurma.
“Molto bene. Con quei due siamo già a quattro. Portateli al castello, ora” ordinò, chiudendo la conversazione.
“Dovrò avvisare Kira Nowa della presenza della marina e dell’ex ciurma di Barbabianca a Danger Island al più presto… il nostro progetto è troppo importante per avere bastoni nelle ruote, specialmente da dei concorrenti rivali… sarà meglio sradicare il problema…dalla radice…”.
Nel mentre che era assorta nei suoi pensieri, ecco che a distoglierla sopraggiunse Jidr Heim, di ritorno dal suo sopralluogo in città “Allora, abbiamo nuove reclute?” domandò, con un finto interesse, mentre posava la sua spada accanto ad una colonna e vi si adagiava accanto a riposare.
“No, questi pirati sono troppo deboli”.
“Umpf.. secondo me siete troppo selettivi… siate più elastici, sono pochi i pirati veramente potenti… ad ogni modo, credo che nella ciurma di Cappello di Paglia non siano tutti inesperti… anche se con una bassa taglia, quel Roronoa Zoro mi ha dato molto da pensare… E’ un ottimo spadaccino, in effetti”.
“Uh? Che c’è, Jidr? Hai trovato finalmente qualcuno alla tua altezza?”.
“Non dire sciocchezze. Semplicemente, mi domando fino a che punto possa spingersi un individuo del genere… considerato poi il capitano che si ritrova…”.
“Ti riferisci all’Haki del re?”.
“Mi riferisco alle sue amicizie. Quel cappello di paglia oggi è stato difeso da Diamonds Jaws in persona…”.
La discussione dei due fu bruscamente interrotta dall’irrompere di pesanti passi che preannunciavano l’arrivo del capitano Kira “Dimmi Jidr. Raccontami di questo cappello di paglia, di cui i miei uomini si stanno già occupando…”.
Episodio 5 :
High West, 7000.mt
“Dimmi Jidr. Raccontami di questo cappello di paglia, di cui i miei uomini si stanno già occupando…”.
Era la voce del potente e temuto Kira Nowa. Al suo cospetto stavano il vicecomandante Jidr Heim, potente spadaccino con una taglia da 500 milioni, e Rebecca Azuma, utilizzatrice del prestigioso e raro frutto Water Water, da 400 milioni.
“Certamente, capitano” rispose lo spadaccino con prontezza e cercando di mantenere la calma, per poi aggiungere “Pare che sia la ciurma che cercavamo, quella commissionataci da Ener”.
“Quindi li abbiamo trovati…” ripeté il possente uomo, meditando sul da farsi.
“Quel tizio… Ener… Non mi fido di lui, pare troppo sicuro di sé. Eppure, il suo frutto rombo rombo sarà un ottimo elemento per la nostra ciurma, non possiamo lasciarcelo sfuggire”.
Poi fu Rebecca ad intervenire, cercando di farlo con garbo “Ma signore.. intende dunque sottostare alle richieste di quel folle?”.
Ad ogni modo, Kira Nowa non la prese bene.
Voltatosi verso di lei con uno scatto di rabbia, le sfiorò con un rapido gesto la guancia senza che lei ebbe il tempo per far nulla, e a tale mossa seguì un’improvvisa evaporazione di parte del corpo che la componeva, nonostante fosse fatta di un rogia.
La donna cadde rovinosamente a terra gridando dal dolore, mentre il suo corpo tentava con fatica di ricomporsi da quell’attacco devastante; E Kira parlò “Come osi parlare a me con quel tono?! Per me non fa differenza se sei una donna, dunque porta rispetto! Io non mi piego a nessuno. Distruggere la ciurma di cappello di paglia è un baratto, in cambio del quale avremo un nuovo membro rogiato nella nostra ciurma!”.
Detto ciò, scrollò il proprio braccio per aria spargendo le gocce provenienti dal corpo appena infranto di Rebecca, dopodiché tornò a rivolgersi con infinita serietà al secondo spadaccino più forte del mondo “Avanti, Jidr. Dimmi tutto su questa maledetta ciurma!”.
Danger Island, Thousand Sunny
Franky riposava stanco morto all’angolo di poppa della nave, dopo esser riuscito a sbaragliare la marina e aver imbavagliato il viceammiraglio Verygood, che ancora, legato come un salame ai suoi piedi, si agitava e imprecava dietro il bavaglio.
“Insomma, vuoi stare zitto?! Sto cercando di riprendere fiato!” ribatteva il robot, comunque soddisfatto d’esser riuscito a proteggere la nave.
Certo, aveva subito alcuni danni, ma così leggeri che non sarebbe stato un problema rimettere tutto a posto.
Spero solo che i ragazzi stiano bene… ho una brutta sensazione… e ancora nessuno di loro mi ha risposto al lumacofono… pensava tra sé.
Ma ad un tratto, una difficoltà ben maggiore gli si presentò sul cammino per un confortevole pomeriggio.
A due passi dalla nave, fece infatti la sua comparsa il divino Ener, vecchia conoscenza dei mujiwara, ma non per Franky.
Lì per lì, quando lo notò a più di venti metri di distanza, il robot non vi fece molto caso; Era uno strano individuo ai suoi occhi, ma aveva stile per quei tamburi dietro la schiena, che Franky giudicò “super”.
Solo, non lo vide avvicinarsi. Di colpo, se lo ritrovò a bordo della nave, davanti ai suoi occhi, e non fu capace di spiegarselo.
Verygood ancora si agitava nelle sue strette corde, ma quando vide l’individuo da 420 milioni, subito lo riconobbe, e il suo volto si dipinse di terrore.
“E tu… chi saresti?!” gridò Franky, fin da subito in guardia, intuendo di non aver a che fare con un comune essere umano.
Ener non rispose. Dapprima infatti si guardò attorno, notando i centinaia di corpi svenuti un po’ ovunque di marines sconfitti, e posando poi gli occhi sul povero viceammiraglio.
“Questa è la nave di cappello di paglia. Tu fai parte della sua ciurma?” domandò al robot, senza mezzi termini.
“Esatto, bello! E ti consiglio di girare al largo se non vuoi….” “Molto bene. Non farò distinzione, anche se non ti ho mai visto prima” lo interruppe il supremo.
Poi, dal suo dito scaturì un’energia elettrica pazzesca, diretta sul corpo del povero uomo in mutande, senza che avesse avuto neppure il tempo di accorgersi di cosa stesse succedendo.
La scarica lo colpì in pieno, ed il cielo si rischiarò per una frazione di secondo.
“Fuori tre” concluse il pirata.
Poi il suo sguardo andò a posarsi nuovamente sul viceammiraglio imbavagliato,che ora non più tentava di liberarsi per combattere; Piuttosto, gridava terrorizzato.
Decise di non aver pietà neppure di lui.
Black Town, corso principale, 1 ora dopo
Decise a ritornare alla nave, terminate le compere, Nami e Robin camminavano ora a ritroso per il corso della città, commentando quel che avevano appreso.
“La città sembra più silenziosa rispetto a quando siamo arrivati…” mormorò Nami, osservando quanto le strade improvvisamente si fossero ridotte a un deserto.
Qualcuno li stava spiando attraverso finestre e porte sprangate, Robin se n’era accorta tramite la moltiplicazione dei suoi occhi.
“Sembra che non ci vedano di buon gusto… E pare che…”.
Si bloccò.
“Che succede, Robin?” incalzò l’altra ragazza.
“Hanno… hanno attaccato la ciurma. L’ho appena sentito… qualcuno ha detto che alcuni dei nostri sono stati…”.
“Robin, non è un bello scherzo! Cosa stai dicendo?!”.
Ma Robin non stava affatto scherzando, il suo volto era più che preoccupato “Dobbiamo subito tornare alla nave!” concluse, ansiosa.
Ma non appena le due presero a correre con gran agitazione, un individuo, proveniente dalla parte opposta, e con una spada enorme sguainata, si diresse verso di loro.
Nami e Robin si sentirono immediatamente a disagio nell’osservare quel tizio avvicinarsi, come avvertissero il pericolo sempre più vicino.
D’istinto, la ragazza dai capelli arancioni afferrò il braccio dell’amica e prese a scappare gridando nel panico “Corriiiiii!!”.
Black Town, sobborghi, Locanda Bianca
Rufy e Zoro stavano attendendo assieme a Jaws l’arrivo imminente dell’ex capitano della prima flotta di Barbabianca, Marco la fenice, di rientro da una perlustrazione.
Nell’attesa, avevano già avuto modo l’uno di rifocillarsi di carne, l’altro di bere del buon sakè.
“Quando arriverà Marco, decideremo assieme il da farsi. Fino ad allora, restate qui” aveva detto loro l’uomo di diamante.
Non c’era niente di male, ad aspettare. In effetti, a Rufy non dispiaceva affatto rincontrare Marco dopo due anni, una persona così legata sia al vecchio Barbabianca, sia ad Ace; Ed inoltre, gli doveva la vita, così come a tanti altri.
Ma qualcosa sarebbe andato storto.
Fu Zoro il primo ad accorgersene, e ad urlare con tutto il fiato in gola “State giùùùùù!!”.
Si trattava di un colpo di spada, un colpo che tagliò di netto non solo il tetto dell’edificio, ma l’intera città.
Un fendente tremendo, proveniente dalla zona centrale, a diversi chilometri di distanza, devastante tanto da distruggere l’intera Black Town con una sola mossa.
“State tutti bene?!” domandò tossendo Jaws, cercando di liberarsi dalle lamiere e dalle travi che gli erano crollate addosso.
“Si certo.. coff.. ma cosa è stato…” rispose Rufy a malapena, cercando di rialzarsi.
E di nuovo, fu Zoro il più rapido: di colpo si sollevò su, e zompando tra una lamiera e un’altra, verso l’alto, uscì dall’edificio a pezzi, sulla strada principale, già impugnando in mano l’elsa di una delle sue tre spade.
Poi, senza attendere né il capitano, né altri sviluppi, si precipitò verso l’epicentro dell’attacco.
Lo riconosco.. è lui… pensò tra sé, riferendosi chiaramente all’uomo che aveva avuto modo di incontrare in precedenza in piazza, Jidr Heim, lo spadaccino.
Li stavano sicuramente cercando, non c’era altra spiegazione per creare un tale pandemonio.
Andava fermato. E l’avrebbe fatto subito…
Black Town, corso principale
Il disastroso fendente del vicecapitano Jidr aveva raso al suolo ogni cosa: senza dubbio valeva la sua taglia.
Era da solo, assieme alla sua spada.
Il fatto era che il suo attacco era semplice intimidazione, per costringere i restanti membri della ciurma cappello di paglia a uscire allo scoperto.
Suo compito era consegnarli vivi al capitano Kira, il resto non era affar suo.
Due donne le aveva trovate… peccato che portarle via con sé non sarebbe stato altrettanto facile.
Qualcuno le aveva protette, deviando in parte il suo colpo; Qualcuno che conosceva per fama molto bene.
“E’ la seconda volta che oggi qualcuno della vostra ex ciurma si intromette nei miei affari… Marco la fenice” esclamò irritato.
Marco era ritto dinanzi a lui piuttosto affaticato; Era riuscito a parare il colpo grazie ad un calcio potenziato dall’haki dell’armatura, ma questo non era bastato a fermarlo, tanto che se non avesse posseduto il suo potere, a quest’ora la sua gamba sarebbe stata tranciata di netto.
Alle sue spalle stavano immobili Nami e Robin, che nonostante avessero sempre dimostrato coraggio nelle situazioni più avverse, di fronte a tanta potenza non potevano fare altro che stare a guardare inermi.
“Si vede che oggi dovresti tornartene sul tuo bel castello d’acqua, Jidr” rispose Marco, con sarcasmo.
Ma lo spadaccino non si sentì affatto timoroso di stare dinanzi ad un tal temibile pirata; Anzi, fece un passo in avanti con aria di sfida “Consegnami le ragazze, Marco. E per oggi avrai salva la vita”.
La sua spada scintillava nonostante il cielo coperto dalle nubi, e una potente ambizione del re conquistatore frantumava tutto ciò che lo circondasse.
“Temo di non poterlo fare. Non toccherai nemmeno un membro della ciurma di cappello di paglia”.
In quell’istante, Jidr sparì, o meglio, balzò in avanti con così tanta agilità che tra i presenti, solo Marco riuscì a seguire i suoi movimenti, e a muoversi di conseguenza.
Ma una frazione prima che i loro colpi potessero nuovamente scontrarsi, come un fulmine comparve Zoro lo spadaccino sul campo di battaglia, che abbandonata la paura, per la prima volta incrociò le spade con il temibile avversario.
“Zoro!” esclamò stupefatta ma contenta Nami, nel vederlo.
“Sarai anche lo spadaccino numero due al mondo. Ma io mi sono allenato col numero uno!” disse, sfoderando tutta la sua potenza.
E le loro spade, il loro furioso scontrarsi, provocò un terremoto che si ripercosse per quasi un chilometro…
TO BE CONTINUED…