Solo ombre lontane

Pubblicato: 16 novembre 2013 in Il me dentro me
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Sono quasi le due di notte di una serata finita male in cui mi metto a scrivere queste poche righe che come sempre nessuno leggerà.
E’ stato uno dei periodi più intensi della mia vita , non per forza brutti, ma intensi. Anzi , anche brutto. Pieno di angosce. Speranze vane che cerco di regalare ad altri, ma la verità è che non ne avevo e non ne ho per me stesso.
22 anni buttati nella merda che poi merda non è. Ma te la fanno considerare merda, perché perseguire un sogno è un divieto, in questo paese. Ti dicono di crederci, e il giorno dopo ti ritrovi le stesse persone che si laureano , lavorano, o comunque sono più avanti di te. E loro non ci credevano.
E’ un continuo andirivieni di consigli, ripetutosi in loop per anni. Anni in cui ho visto perdere davanti a me ogni strada che avrei voluto percorrere. Ne ho lasciata una sbloccata, ma mi rendo conto che non posso continuare a seguire un’idea per tutta la vita.
E’ come quando giochi a un videogioco di digimon, quando devi allenarlo a combattere. Fortificarlo, potenziarlo. E quando sei pronto a spaccare il culo a tutti, muore, perché l’hai allenato per troppo tempo ed è arrivata la vecchiaia. Il principio è lo stesso, ma qua non si muore. Accade qualcosa di più subdolo. Si spera in eterno. E la speranza è tra le cose più illusorie che possano capitarci, perché ci danno la forza d’aggrapparci a un’idea che non è altro che astrattismo.
Sì, inutile negarlo, mi sono aggrappato a un’idea. Altre persone invece coi piedi per terra hanno già tutto. Si sono lasciati una vita alle spalle, un’infanzia, un’amicizia. E le osservi da lontano mentre ti danno di spalle, come ombre circondate di luce, con il riverbero della loro voce sempre più lontana. E tu resti lì col sorriso sempre più finto, con gli occhi sempre più spenti, col cuore sempre più a pezzi.
E ascolti il riverbero. Deglutisci. E dai le spalle a tua volta. Ma non solleverai mai più il capo.